Breakingtech Innovation Leaders 02: Clelia Tosi (Fintech District)

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Seconda puntata di Breakingtech Innovation Leaders, il format che porta alla ribalta le figure più importanti e originali del settore delle nuove tecnologie.

Abbiamo intervistato Clelia Tosi (Head of Fintech District) per parlarci di come è andato il 2024 dell’ecosistema fintech italiano e delle prospettive per il prossimo anno.

Quali sono stati i top trend del 2024 dell’innovazione nel settore finanziario?

Quest’anno è stato intenso, nei termini di crescita del nostro ecososistema, una community che conta 305 aziende, una continua crescita di nuove entranti nel nostro settore. I principali trend di quest’anno sono legati al mondo della tecnologia: la crescita dal lato techfin, società ad alto contenuto tecnologico con applicazioni del mondo del financial-services (come il mondo delle Blockchain e cybersecurity) e dall’altro lato una crescita più che raddoppiata del mondo RegTech, società che offrono servizi per efficientare e migliorare il mondo della regolamentazione della compliance, tema molto attenzionato. Un altro trend interessante è vedere come questo mondo interessa sempre di più, non solo dei financial-services tradizionali, ma siamo entrati in contatto con alcuni player non solo della consulenza, ma anche nel mondo dell’automobilismo con Toyota, che stanno collaborando con la nostra community per poter utilizzare strumenti, prodotti e servizi del mondo fintech per un mondo che fino a poco tempo fa non era annoverato. Sta anche entrando nel mondo della mobility, delle utilities, delle telecomunicazioni e crediamo si andrà in questa direzione anche nel prossimo anno. Per quanto riguarda nel mondo degli investimenti c’è stata una ripresa, anche se non siamo ancora ai numeri del 2022, abbiamo accolto i nuovi round importanti di Satispay e Cardo AI, due fintech della nostra community che fanno ben sperare per l’anno prossimo. e continua il trend delle collaborazioni, un altro aspetto molto interessante.

Come stanno andando le start-up fintech in Italia quest’anno? I player stanno facendo la loro parte?

In community non abbiamo solo startup ma anche … anzi realtà già sviluppate con un prodotto o un servizio, il nostro focus è su quel tipo di azienda. Le startup stanno crescendo, stanno diminuendo in termini di numeri, ma quelle che ci sono stanno avendo una fase di consolidamento. E’ un valore che come Italia abbiamo sempre avuto rispetto al modello UK e US. Sono aziende che dal primo giorno cercano di essere solide dal punto di vista del conto economico, non guardano solo il numero dei clienti e costi esponenziali, ma cercano di essere solide dal punto di vista economico, quindi questo è sicuramente un aspetto. Per quanto riguarda il “come stanno?” stanno bene, stanno lavorando molto, cercano supporto, sia attraverso collaborazioni anche con studi legali e società che le possano supportare anche per tutto il mondo della compliance, tema molto importante e sarà sicuramente più di interesse e dall’altra parte con le corporate, stanno lavorando, credono che le collaborazioni con fintech possano essere un valore. Devo dire che sono meno focalizzate su POC o piccoli progetti, ma se sviluppano una collaborazione deve portare ad una partnership industriale strategica e perché no anche un investimento, quindi il mondo del CVC sta crescendo. Questo è stato l’anno delle collaborazioni, Change Capital acquisita da TeamSystem, Workinvoice da General Finance, TXT è entrata nel capitale di Paydo e queste sono solo alcune che hanno visto la nostra community; quindi anche la consapevolezza e il consolidamento lo stiamo vedendo anche attraverso le corporate.

7 anni di Fintech District ma anche 5 anni di Fintech Summit. Cosa abbiamo visto nell’ultima edizione? Cosa possiamo vedere nella prossima?

È stata la quinta edizione del summit, ce l’aspettavamo e abbiamo avuto la testimonianza, abbiamo avuto più del 30% di partecipanti internazionali, con circa 1300 partecipanti sulle due giornate e più di 110 speaker di rilievo. Il summit è l’evento dedicato al fintech a livello internazionale, seguito in inglese e ogni anno la testimonianza di questo ruolo è sempre maggiore, partecipano dalle start up alle fintech della nostra community, a tanti interlocutori del mondo bancario, finanziario e corporate e investitori: è il punto di riferimento dell’ecosistema. Sull’anno prossimo siamo arrivati ad una crescita anche in questo senso, non posso anticipare molto, ma come si dice in questi casi stay tuned, vedremo alcune novità, il summit è il nostro evento di punta e sempre più riconosciuto in questo senso. Al summit abbiamo avuto anche la possibilità di presentare la preview di un altro dei nostri grandi risultati di quest’anno: l’Italian Fintech map, la guida sull’ecosistema fintech italiano, che siamo riusciti a fare con il Politecnico di Milano. Questo è sicuramente un bellissimo risultato, in termini di ecosistema, il Politecnico ha un focus legato alla ricerca, noi abbiamo un focus sul business; due ecosistemi differenti, le valutazioni in termini di analisi del Politecnico è complementare con quello della nostra community e quindi riusciamo ad aggregare queste viste ed avere un prodotto che sia distribuibile su tutto, mettendo insieme le forze che poi è il nostro valore principale – quello di lavorare con tutti in maniera complementare.

In questo mondo in crescita, qual è il ruolo di Fintech District e come si sta evolvendo?

Il District compie 7 anni, quindi siamo in seconda elementare, anche noi stiamo diventando sempre più grandi e maturi. Quest’anno la community è cresciuta a livello numerico, abbiamo lavorato con circa 15 tra corporate, professional, realtà che vogliono conoscere meglio questo mondo, fino anche a sviluppare dei veri e propri progetti. Dal semplice matchmaking, primo incontro tra corporate e fintech, stiamo andando verso la ricerca di progettualità, e noi come district possiamo e vogliamo supportare; stiamo passando da un concetto di puro aggregatore di ecosistema, dove le azienda fanno parte dell’ecosistema, a quello dove vogliamo sviluppare collaborazioni, progetti, quindi in questa logica, quindi aiutare le fintech e la nostra community a crescere su due ambiti: il primo è quello degli investimenti, quindi diventare punto di riferimento sugli investor nazionali e internazionali che si stanno avvicinando al nostro paese, durante il summit per esempio abbiamo avuto più del 30% di partecipanti non italiani, quindi ci dice che il nostro mercato interessa sempre più l’internazionale, anche dal punto di vista degli investimenti, e dall’altra parte aiutare le nostre aziende a crescere all’estero. Purtroppo molte di queste aziende nella nostra community sono focalizzate solo sull’Italia, in alcuni casi è corretto che sia così, il loro modello di business mira ad inserirsi nell’ecosistema italiano, in altri casi purtroppo questa cosa spesso limita, quindi pensarsi globale dal giorno 1 è una cosa su cui spingiamo molto e grazie alla collaborazione con gli oltre 20 international hub aiutiamo a raggiungere paesi diversi rispetto all’Italia, quindi sicuramente è un nostro tema. Tra le altre attività che svolgiamo con particolare attenzione è l’attrazione di realtà internazionali che vogliono arrivare in Italia, grazie Milano&Partners, alla collaborazione con il Comune di Milano abbiamo questo programma che si chiama Soft Landing che aiutano le aziende internazionali ad entrare in Italia ad arrivare in maniera smooth e meno complessa nel nostro Paese. Milano è la capitale del fintech, quindi di solito è il primo approdo. Abbiamo avuto alcune realtà interessanti che sono arrivate in Italia Wamo, Blank, Dojo, ed è interessante che si stiano focalizzando sulle piccole e medie imprese, servizi a piccoli imprenditori e partite IVA proprio nella logica dell’efficienza della maggior apertura; quindi questo è un altro trend che vediamo di interesse per tutto il mondo fintech

Quali sono le sfide che vediamo per il 2025? Quali sono gli obiettivi dell’ecosistema?

Sicuramente tra qualche anno non parleremo neanche di fintech ma si parlerà di embedded finance a 360°, la sfida del futuro sarà sicuramente aiutare queste aziende a collaborare con piattaforme che possano aiutare a offrire al cliente finale un valore che sia in termine di servizi e prodotti, mentre le regulation e le norme andranno in questo senso e ci sarà un supporto, un opportunità che nascerà da queste nuove regole, che a livello europeo avremo e abbiamo già in corso e un aspetto importante nel futuro sarà quello di aiutarle ad andare oltre i confini nazionali. Credo che nelle sfide dell’avvenire ci sarà sempre un ruolo di maturazione dell’ecosistema, ormai è necessario, se pensiamo alla nascita del district e come nascita del sistema fintech italiano abbiamo già 7 anni, quindi un’età giusta per pensare ad una logica di maturazione. Abbiamo tantissimo valore, le nostre aziende sono solide e guardano all’esigenza e il cliente finale in maniera evoluta e hanno necessità di scalare, dal prossimo anno sarà importante farle scalare, sia in una logica di embedded finance e collaborazione con altri player (non necessariamente finanziari) e un ruolo attivo delle corporate che iniziano a vedere le fintech non come potenziali competitor ma come partner industrali con cui collaborare in una logica di innovation e questo è il mio augurio di fine anno visto che si fanno un po’ i bilanci ma soprattutto di futuro e su questo il District è chiaramente a disposizione e ha tutte le competenze per aiutare questo passaggio di evoluzione del nostro mercato.

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