L’elezione di Donald Trump alla Casa Bianca ha spinto il Bitcoin a livelli record, con un valore che ha raggiunto i 75.371,69 dollari, superando il precedente picco di 73.797,98 dollari registrato a marzo. Trump ha espresso chiaramente la sua volontà di trasformare gli Stati Uniti nella nel centro mondiale delle criptovalute. Il piano di Trump sulle crypto prevede anche un ruolo di primo piano per Elon Musk, a cui è stato proposto di guidare un ampio programma di revisione della spesa pubblica con l’obiettivo di rafforzare il settore cripto.
Questa promessa ha suscitato l’interesse dei mercati, in particolare quello delle criptovalute, con una spinta significativa agli investimenti su Bitcoin e altre monete digitali. In un recente post su X, Trump ha dichiarato che, qualora rieletto, metterà fine alla “guerra di Kamala [Harris] contro le criptovalute” e promuoverà il Bitcoin come prodotto “MADE IN USA”.
Non solo bitcoin, il dollaro guadagna su euro e yen
Il ritorno di Trump alla Casa Bianca non solo ha galvanizzato il mercato delle criptovalute ma ha avuto un effetto profondo anche sul dollaro americano, che ha raggiunto il suo massimo degli ultimi due anni, e sui rendimenti dei titoli di stato statunitensi. Il biglietto verde ha guadagnato significativamente sulle principali valute globali, come l’euro e lo yen.
Sul mercato dei titoli di stato il rendimento del Treasury a dieci anni ha toccato il 4,46% e il bond trentennale è aumentato dello 0,15%. Dinamica prevedbile che sconta una previsione di un aumento dell’indebitamento con la nuova amministrazione, necessario per coprire le riduzioni di imposte promesse.
Il dollaro forte potrebbe complicare i piani della Federal Reserve per mantenere l’inflazione stabile, dato che le politiche economiche di Trump prevedono tagli fiscali aggressivi, deregolamentazione e un potenziale aumento dei dazi doganali. Con la prossima decisione sui tassi d’interesse in arrivo, la Fed si trova ora in una posizione delicata, nel tentativo di equilibrare inflazione e crescita economica.
Risposta mista in Asia: su Tokyo, giù Hong Kong
Il rafforzamento del dollaro ha avuto un impatto variabile sui mercati asiatici: a Tokyo, le azioni hanno registrato un incremento del 3% grazie alle esportazioni favorite dal cambio favorevole, mentre Hong Kong ha subito un crollo del 3% in seguito alle preoccupazioni per una possibile recrudescenza delle tensioni commerciali tra Cina e Stati Uniti sotto una nuova amministrazione Trump.
La Cina, in questo momento impegnata a definire un pacchetto di misure economiche per rilanciare il proprio settore immobiliare, guarda con cautela al potenziale ritorno di una politica aggressiva da parte degli Stati Uniti. Trump ha già promesso che la sua amministrazione imporrebbe nuovi dazi sulle merci cinesi, il che potrebbe complicare ulteriormente i rapporti tra le due principali economie globali.
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